“Tonno subito” – disse il ragno d’oro e si rintanò nel suo nascondiglio esiliandosi a pensare per qualche tempo in splendida solitudine. Ne aveva viste tante in 65 anni di vita. Bambini insistenti chiedere alle mamme una busta di patatine, signori mattinieri fermarsi per un caffè, coppie di innamorati seduti ai tavolini per una coppa di gelato. Voleva cambiare vita. Sentiva d’estate la brezza marina provenire dall’Adriatico e si era innamorato dell’idea di portare il mare sul corso principale della città. Fu un “polpo di fulmine”. Quel chioschetto sarebbe diventato un posto di mare. E così, una bella mattina di primavera, uscì dalla sua tana, trasformò la sua ragnatela in rete da pesca e accolse le “alici nel suo paese delle meraviglie”. Oggi, sui tavolini, all’ombra delle querce, il Ragno d’Oro serve ottimo pesce e buon vino.